5 lezioni sugli investimenti imparate a caro prezzo
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- Prima pubblicazione: 14 Novembre 2021
«A step backward, after making a wrong turn, is a step in the right direction».
Kurt Vonnegut
Le ho imparate tutte e cinque sulla mia pelle e la prima è stata dura da digerire.
E voi?
Lezione numero 1: smetti di pensare di essere più furbo degli altri
Nel mondo della finanza, lavorano alcune delle menti migliori del pianeta.
Ogni giorno, innumerevoli trading system e modelli econometrici altamente sofisticati vengono creati, backtestati, studiati da centinaia di PhD in economia, matematica, statistica e anche da qualche premio Nobel.
Ogni giorno, trader e investitori di tutto il mondo si confrontano coi mercati finanziari con lo scopo più o meno dichiarato di ottenere – nel lungo termine – rendimenti superiori a quelli del mercato.
La maggior parte di loro non ci riesce, per una ragione o per un'altra. Loro sono i professionisti, quelli che dedicano 8 e più ore al giorno, tutti i giorni, al raggiungimento di questo obiettivo.
Non ritenersi più furbo degli altri è forse la lezione più importante per un investitore. È anche la più difficile da accettare: a nessuno di noi piace sentirsi dire di non essere superiore agli altri, di essere "nella media"; anche perché ci hanno sempre insegnato quanto sia bello distinguersi dalla massa, eccellere, diventare dei leader (la leadership è un argomento sempre alla moda).
I mercati finanziari funzionano diversamente: sono controintuitivi. Più pensate di essere superiori agli altri, più il mercato vi punisce. Provate a battere il mercato, se volete, ma è molto più probabile che il mercato abbia la meglio.
Lezione numero 2: lascia perdere il breve termine e concentrati sul lungo periodo
Guadagnare tanti soldi in fretta è il desiderio di tutti. I mercati finanziari, però, non sono il posto giusto dove realizzare quel desiderio.
L'equivoco nasce dalla mancata comprensione della capitalizzazione composta, la legge matematica che permette di trasformare una piccola cifra in una somma rilevante.
Quale sarebbe l'equivoco?
La capitalizzazione composta ha bisogno di tempo per funzionare: prendiamo un rendimento medio del 7-8% all'anno e due o tre decenni di tempo.
A queste condizioni, la capitalizzazione composta permetterà di generare un bel capitale. Più lungo è il periodo in cui la si sfrutta, meglio è.
Il problema è che pochi hanno la pazienza di aspettare così tanto e cercano scorciatoie assurde: basta trasformare quel 7-8% da annuale a mensile o settimanale, e in 20 o 30 mesi o settimane si ottiene il risultato sperato.
L'investimento diventa trading di breve periodo ma quel 7-8% medio, già difficile da realizzare su base annua, diventa un sogno irraggiungibile su time frames più brevi.
L'interesse composto è una variabile importante ma – di nuovo – richiede tempo per produrre risultati interessanti.
Chi ha fretta di guadagnare, finirà per trasferire il suo denaro a chi sa aspettare. Non lo dico io, ma Warren Buffett: "The stock market is a device to transfer money from the impatient to the patient".
Lezione numero 3: inizia a investire il prima possibile
Dato che la capitalizzazione composta ha bisogno di tempo per sviluppare il suo potenziale, investire il prima possibile ti aiuterà a sfruttarla al massimo.
Nello stesso tempo, ricordati che la fretta è una cattiva consigliera e prima di investire devi aver capito bene i concetti di base della finanza personale:
- Intenzione dell'investimento
- Orizzonte temporale d'investimento
- Propensione al rischio
- Funzionamento degli strumenti finanziari che utilizzi
Non servono grosse somme per iniziare a investire e la soluzione più semplice è il Piano di Accumulo del Capitale (PAC).
Lezione numero 4: lascia perdere i consigli dell' amico, del direttore di banca o del guru di turno
A meno che non vogliate perdere soldi.
Nessuno conosce le azioni vincenti o il settore che farà furore nei prossimi anni. Nemmeno il vostro caro amico che di Borsa se ne intende. Nemmeno il direttore di banca o il guru di turno.
Semmai, il direttore sa benissimo quali sono gli strumenti finanziari che faranno guadagnare di più la sua banca e che – se possibile – velocizzeranno il suo avanzamento di carriera.
Il guru sarà pronto a sottolineare cento volte il consiglio azzeccato, dimenticando tutti quelli sbagliati; proprio come se non fossero mai esistiti.
Non siate così ingenui – come sono stato io – da credere che quei signori conoscano le azioni che avranno un grande successo e, cosa ancora più improbabile, vengano a suggerirle proprio a voi.
Lezione numero 5: il backtest non è uno strumento di ricerca
Il backtest è una tecnica essenziale dell'analisi quantitativa: ci permette di verificare se una strategia di investimento abbia delle possibilità di successo o meno. Un backtest può essere molto utile anche per quantificare l'impatto delle commissioni di transazione o delle imposte sul capital gain.
Un backtest, però, non è uno strumento di ricerca: non può essere utilizzato per scoprire dei pattern o mettere a punto modelli o strategie di investimento a partire dai dati. Altrimenti si cade nella trappola dell'overfitting e si modella il rumore, che non ha alcuna capacità previsionale.
Non ci deve interessare che cosa avrebbe funzionato perfettamente in passato, ma ciò che ci può essere utile in futuro. Overfittare i dati, invece, significa capire perfettamente il rumore nei dati del passato e tutto ciò che in essi è irrilevante, ottenendo risultati disastrosi su quelli futuri, perché il sistema che abbiamo messo a punto non ha niente a che vedere con la realtà che vogliamo modellare.
Secondo Cassie Kozyrkov, l'overfitting è il peggior incubo nel machine learning.
Utilizzare un trading system overfittato è un metodo perfetto per perdere soldi sui mercati finanziari.