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I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri

I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri


10Ago2025

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Andrea Gonzali Investimenti finanziari 5906 hits
Prima pubblicazione: 15 Settembre 2019

«I never think of the future  – it comes soon enough».

Albert Einstein

Questo articolo fa parte di una serie intitolata Il compendio dell'investitore. In fondo alla pagina, troverai l'elenco degli altri articoli della raccolta inclusi nel Percorso per principianti, pensato per chi desidera apprendere le basi della finanza personale e degli investimenti.

In qualunque sito di investimenti, nei materiali pubblicitari, nei contratti dei prodotti finanziari, nei Key Information Document (KID) dei fondi o nei report di banche e SIM, è facile imbattersi nel seguente avvertimento: "I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri".

Più che un'informazione, può sembrare una minaccia, un monito che lascia investitori e lettori con una domanda legittima: se i rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri, su quali altri parametri possiamo basarci per avere un'idea di ciò che accadrà in futuro?

Prima di provare a rispondere a questa domanda, chiediamoci se sia possibile conoscere i rendimenti futuri: la risposta è un inequivocabile no.

Non possiamo predire il futuro: non possiamo sapere oggi quale sarà il rendimento di un investimento rischioso tra un anno, un mese o persino domani.

L'avvertimento "I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri" sembra toglierci anche la speranza di trovare almeno un’indicazione utile.

Se il passato fosse del tutto irrilevante, analizzarlo sarebbe solo una perdita di tempo. Eppure, non è così: i dati storici non offrono certezze, ma aiutano a delineare scenari probabilistici.

L’osservazione storica mostra, ad esempio, che un portafoglio azionario, su un orizzonte di vent’anni, ha una maggiore probabilità di rendere più di uno obbligazionario, seppure con una volatilità maggiore.

Perché possiamo affermarlo?

Non è tanto la statistica o la matematica, quanto l'economia, l'economia aziendale, la storia economica e quella del pensiero economico a suggerircelo. Le imprese continueranno a generare utili e a cercare capitale, gli Stati continueranno a indebitarsi: processi che, in massima sintesi, sosterranno nel tempo i mercati azionari e obbligazionari.

Se ci pensiamo bene, ogni decisione umana si basa sul passato. Gli investitori, gli analisti e i consulenti finanziari non fanno eccezione, ma serve cautela.

Comprare un fondo solo perché negli ultimi due anni è salito più degli altri è un tipico errore di performance chasing (inseguire i rendimenti).

Uno dei motivi principali per cui tanti investitori si lasciano sedurre dai rendimenti passati è di natura psicologica.

In finanza comportamentale, questo fenomeno è definito recency bias: la tendenza a dare un peso eccessivo agli eventi più recenti, ritenendo che abbiano un’elevata probabilità di ripetersi a breve.

Questo schema mentale, utile nella vita quotidiana per reagire rapidamente a situazioni familiari, nei mercati può giocare brutti scherzi: porta a sovrastimare la continuità di un trend positivo e a ignorare il fatto che il contesto economico e le condizioni di mercato possono cambiare rapidamente.

Le conseguenze sono quasi sempre negative: si acquistano strumenti ai massimi storici, attratti dal recente successo, e si trascurano opportunità meno appariscenti ma potenzialmente più solide nel lungo periodo.

Facciamo un esempio numerico (in dollari statunitensi):

  • ARK Innovation ETF (ARKK): +152,5% nel 2020, −23,4% nel 2021.
  • ETF Amundi Stoxx Europe 600 UCITS ETF Acc (MEUD): +7,3% nel 2020, +15,6% nel 2021.

Un investitore ingenuo, alla fine del 2020, guardando solo questi dati, si sarebbe probabilmente precipitato ad acquistare l'ETF ARKK, attratto dall'exploit del 2020.

Alla fine del 2021, però, si sarebbe trovato davanti a una spiacevole sorpresa: l’ETF scelto avrebbe perso oltre il 23%, mentre il più prudente ETF azionario europeo avrebbe registrato un guadagno del 15,6%:

01 Recency bias

Di fatto, l’investitore avrebbe comprato ai massimi e si sarebbe trovato con una perdita difficile da gestire, frutto dell’errore di proiettare in maniera lineare nel futuro il successo del recente passato.

Purtroppo, il passato recente non garantisce che il trend continui: i mercati non seguono schemi così banali.

L'avvertenza che "I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri" vuole ricordare all'investitore che può sempre accadere l'inaspettato.

Scegliere un fondo o un’azione solo per il rendimento passato non assicura lo stesso risultato in futuro.

Lo stesso vale per i rating e le raccomandazioni: utili per valutare la gestione passata, ma incapaci di predire con affidabilità la performance futura. Gli studi accademici confermano che non esiste correlazione stabile tra un alto rating e una futura sovraperformance.

Esiste anche un altro motivo per cui troviamo questo avvertimento da tutte le parti: è un disclaimer legale, una dichiarazione di esclusione di responsabilità.

I siti finanziari, gli analisti e gli stessi consulenti finanziari non possono essere ritenuti responsabili delle eventuali perdite degli investitori. In questo senso, non facciamo eccezione e anche sul nostro sito esiste una pagina di disclaimer apposita, nonché brevi disclaimer posizionati nella parte bassa di ogni pagina del sito.

Il compito di questi soggetti è analizzare, informare e consigliare l'investitore, dopo averlo messo in guardia dai rischi dei mercati finanziari.

Ogni volta che incontrate questo disclaimer, ricordate che è un invito alla prudenza e a un’analisi più approfondita.

È doveroso progettare ogni investimento nel miglior modo possibile ed è importante conoscere il passato, ma il futuro resta sconosciuto e un investimento è un viaggio verso l'ignoto: siate sempre pronti a far fronte al peggiore degli scenari.

La chiave non è prevedere con precisione il domani, ma costruire un portafoglio robusto e diversificato, capace di resistere a un’ampia gamma di scenari possibili.

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Disclaimer

Tutti i tipi di investimento sono rischiosi. Il livello di rischio può essere più o meno alto e i rendimenti possono variare al rialzo o al ribasso. Ogni investimento è soggetto al rischio di perdita.
I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.