È possibile basarsi sul passato per stimare i rendimenti futuri?
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- Prima pubblicazione: 06 Marzo 2021
«The future influences the present just as much as the past».
Friedrich Nietzsche
Prevedere con esattezza l'andamento dei mercati finanziari è impossibile: il futuro è sconosciuto.
Un'idea di ciò che possiamo probabilisticamente aspettarci, però, la possiamo avere. Anzi, la dobbiamo avere. Finanziariamente parlando, il passato non è detto che si ripeta in modo analogo. Tuttavia, sulla base delle informazioni oggi disponibili, accumulate in decine/centinaia di anni di osservazione dei mercati finanziari, non possiamo sostenere che essi si muovano in modo casuale.
Senza entrare in noiose discussioni sull'efficienza dei mercati, solitamente distinta in efficienza in forma debole, semi-forte e forte, possiamo constatare un'inesorabile crescita del mercato nel lungo termine.
Questa considerazione si basa sull'osservazione del passato e non ci sono elementi per ritenere che il trend non possa continuare anche in futuro (quanto meno, la probabilità di ripetersi in futuro è più alta rispetto a quella che si verifichi il contrario).
Anche limitandoci al solo mercato azionario, non si tratta soltanto di una semplice analisi numerica. L'affermazione precedente si basa su due fattori fondamentali: la crescita originata dai dividendi, che nel lungo termine dovrebbe essere in linea con quella dell'economia, e l'inflazione, il cui tasso di crescita deve sempre rimanere sotto controllo per evitare pericolosi fenomeni come la deflazione (tasso di inflazione negativo, da non confondersi con la disinflazione) e l'iper-inflazione.
Il rendimento atteso di un investitore azionario deve essere positivo, superiore a quello di un investitore obbligazionario e più alto del tasso d'inflazione attesa. Se così non fosse, nel primo caso un investitore non sarebbe disposto ad assumersi un rischio più alto, da sempre associato ai mercati azionari. Nel secondo caso, non avrebbe interesse a investire, dato che massimizzerebbe la sua utilità aumentando (entro certi limiti) il suo consumo immediato.
Le informazioni che ci fornisce il passato possono perciò essere sfruttate per stimare i rendimenti degli investimenti futuri.
Generalizzando, queste informazioni si possono distinguere in tre gruppi:
- Difficilmente accessibili: individuabili soltanto con modelli statistici ed econometrici avanzati. Chi riesce a elaborare modelli del genere – sempre che siano affidabili e non il prodotto di overfitting o di qualche pericoloso bias, cosa per niente scontata – li tiene per sé (o per la società per cui lavora), e non ha alcun interesse a divulgarli per ovvi motivi.
- Accessibili con specifici backtest. Un esempio di backtest potrebbe essere il seguente: ipotizziamo di avere una serie storica giornaliera trentennale di un fondo comune di investimento. Attraverso dei backtest rolling potrei quantificare i rendimenti che sarebbero stati ottenuti investendo in quel fondo per 5 anni. Dovrei in altre parole backtestare un numero elevato di investimenti a 5 anni sullo stesso fondo, ma in momenti diversi: di ognuno di essi, dovrei misurarne il rendimento finale. Potrei poi calcolarne il valore medio e la deviazione standard, individuando il valore minimo e quello massimo. Se la serie storica che ho analizzato è sufficientemente lunga, potrei usare queste informazioni per avere un'idea, un range di possibili valori compresi tra quello minimo e quello massimo rilevato, del rendimento che, con una ragionevole probabilità, potrei ottenere fra 5 anni investendo oggi su quel fondo.
Potrei usare la stessa procedura su altri strumenti finanziari o su un portafoglio di titoli (con tutte le complicazioni del caso). - Facilmente accessibili: sono quelle nozioni di base che ogni investitore informato conosce già; quelle che il nostro consulente finanziario ci ripete spesso. Il loro problema è che, per quanto banali, sono spesso controintuitive e molto difficili da mettere in pratica quando in gioco ci sono i nostri soldi.
Un esempio? Se si vuole investire nei mercati azionari è consigliabile avere un orizzonte temporale di lungo termine e bisogna essere pronti a subire dei drawdown pesanti: quando questi si verificano, non ci si deve far prendere dal panico e si deve mantenere il possesso dei titoli in portafoglio fino al raggiungimento del nostro orizzonte temporale d'investimento (salvo ovviamente strategie particolari che prevedano specifici interventi al verificarsi di determinati eventi). E, invece, in moltissimi casi il panico prende il sopravvento…
In conclusione, conoscere il passato serve. Le informazioni che il passato ci offre possono essere sfruttate in modi utili, se elaborate correttamente.
La cosa da evitare è credere di poter prevedere il futuro. Semplicemente non si può, per quanto si possa provare a farlo con le più sofisticate tecniche econometriche.
Ipotizzare scenari futuri è possibile; stimarli probabilisticamente con margini ragionevoli di errore è possibile. Prevedere il futuro con precisione, in modo continuativo, è soltanto un sogno destinato a rimanere tale.