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A cosa serve l'analisi tecnica nel trading e negli investimenti?

A cosa serve l'analisi tecnica nel trading e negli investimenti?


08Nov2021

Information
Andrea Gonzali Blog 2653 hits
Prima pubblicazione: 07 Novembre 2021

«Charts are great for predicting the past».

Peter Lynch

A cosa serve l'analisi tecnica nel trading e negli investimenti?

A niente.

Molti trader e qualche investitore sosterranno il contrario: di certo, quei pochi che guadagnano col trading sfruttando l'analisi tecnica (o, più probabilmente, qualcos'altro, ma lo vedremo più avanti).

Perché l'analisi tecnica non dovrebbe servire a niente?

L'analisi tecnica esamina i movimenti dei prezzi e dei volumi di scambio degli strumenti finanziari, spesso con il supporto di appositi grafici (lineari, a barre, candlestick, point and figure e molti altri).

L'analisi tecnica può essere utilizzata su ogni tipologia di strumento finanziario: azioni, obbligazioni, futures sulle commodities o sulle valute e così via.

In breve, l'analisi tecnica studia determinate conformazioni (patterns) nell'andamento dei prezzi o dei volumi degli strumenti finanziari che, in passato, sono riusciti a prevedere i prezzi futuri.

Essendo estremamente intuitiva e facile da capire, l'analisi tecnica ha riscosso un grande successo tra gli investitori, ma la sua efficacia non è mai stata dimostrata.  

L'arsenale a disposizione dell'analisi tecnica – supporti, resistenze, indicatori, oscillatori, bande, canali, medie mobili, conformazioni grafiche di continuazione o di inversione del trend, Teoria delle onde di Elliott, Fibonacci ratio e molto altro – non ha niente di scientifico.

Analizzando il passato, si trovano un sacco di meravigliose concordanze tra i segnali e i rendimenti generati sulla base di quei segnali. Provando a utilizzarli in tempo reale sul mercato reale, però, quegli stessi segnali perdono tutta la loro magia.

Come è possibile?

Un qualsiasi indicatore di analisi tecnica, così come un modello econometrico (ma in questo articolo ci concentriamo sul primo), non ha alcuna relazione di causalità con l'andamento di un trade generato sulla base di esso, a meno che – a priori – non esista un legame di tipo macro o microeconomico, fondamentale, statistico o di altro tipo che giustifichi quella relazione di causalità.

La relazione di causalità viene ancora oggi troppe volte erroneamente identificata con la correlazione lineare: due fenomeni possono essere correlati senza che esista tra di loro un nesso di causa-effetto. Quando questo accade, siamo in presenza di correlazione spuria.

La confusione non è banale ed è alla fonte di conclusioni sbagliate di molte ricerche pubblicate anche su autorevoli riviste scientifiche.

Un nesso di causa-effetto, per stare in piedi, deve basarsi innanzitutto sulla ragione e sulla logica: se si sostiene che in seguito a certi livelli raggiunti dagli indicatori tecnici o da certe configurazioni grafiche si possano verificare dei movimenti nei prezzi degli strumenti finanziari che il trader vorrebbe anticipare e sfruttare, si deve provare a capirne il perché.

Per i sostenitori dell'analisi tecnica, il motivo principale è che l'analisi tecnica non sia altro che una profezia auto-avverante (self-fulfilling prophecy): in altre parole, sarebbero le azioni condotte dagli stessi sostenitori a causare ciò che l'analisi tecnica afferma che accadrà.

La profezia auto-avverante è un fenomeno noto e molto studiato in psicologia sociale ma, nell'analisi tecnica, quale sarebbe la profezia che si auto-avvera?

Ipotizziamo che il mio trading system funzioni nel modo seguente: quando il prezzo dell'azione X supera la sua media mobile a 200 giorni, acquista; quando il prezzo dell'azione X scende al di sotto della sua media mobile a 200 giorni, vendi.

La profezia auto-avverante consisterebbe nel fatto che, al verificarsi di un segnale di acquisto o di vendita, quel segnale non lo vedo soltanto io: lo vedono tutti i trader del mondo che utilizzano il mio stesso trading system. Dato che tutti acquisteranno o venderanno l'azione X, il prezzo dell'azione X salirà o scenderà di conseguenza, proprio in funzione dell'aumentata o diminuita domanda di azioni X.

Il ragionamento sembra plausibile. In pratica, è molto debole: in analisi tecnica le interpretazioni soggettive sono all'ordine del giorno e le azioni che possono essere intraprese in seguito a ciascuno scenario sono pressoché infinite.

L'efficacia dell'analisi tecnica non è mai stata dimostrata scientificamente ed è ancora oggi dibattuta (gli studi a favore non mancano, ma neppure quelli che dimostrano il contrario).

Un'ottima indagine sull'analisi tecnica può essere trovata nella seguente pubblicazione del CFA Institute Research Foundation: Technical Analysis.

Ciò che molti analisti tecnici non si accorgono di fare, dicevamo, è un'associazione basata sulla correlazione tra un pattern e un movimento successivo del prezzo di uno strumento finanziario: quasi sempre si tratterà di correlazione spuria.

La correlazione spuria è destinata a terminare proprio quando ci servirebbe.

In un trading system, si deve dapprima individuare un nesso di causalità che abbia un senso in termini economico/statistici; soltanto dopo, si potrà e si dovrà verificare se i nessi di causalità ipotizzati, laddove sfruttati in passato, avrebbero permesso un ritorno positivo.

La verifica dovrà essere condotta attraverso un backtest, utile anche per quantificare l'impatto delle commissioni e dello slippage.

Un backtest deve essere svolto in modo rigoroso: non basta un'analisi grafica fatta a occhio o su un foglio Excel. 

Se il modello o la relazione funzionano, posso pensare di testarli in tempo reale; se non funzionano, si dovrà ricominciare da capo: sarà necessario definire un nuovo modello o una nuova relazione a partire da zero.

Non si dovrebbe mai affinare o modificare ciò che abbiamo già testato senza successo. Se, ad esempio, "backtesto" il trading system precedente, basato su una media mobile a 200 giorni, e scopro che non avrebbe funzionato in passato, non basterà cambiare il numero di giorni e riprovare il backtest: il nesso causale tra media mobile e prezzo non tiene, devo provare qualcos'altro.

Se, invece, in passato quella media mobile ha funzionato non è assolutamente detto che essa funzionerà anche in futuro: qual è il nesso causale che fa sì che la media a 200 giorni (e non a 3, 50, 100 o 431 giorni) preveda l'andamento futuro del prezzo di uno strumento finanziario?

La risposta è che non lo so: probabilmente non esiste alcun nesso. Il trading system avrà pure funzionato in passato (per caso), ma non funzionerà in futuro.

Nella definizione di un trading system, si deve partire dalla motivazione economico/statistica che potrebbe giustificare un nesso di causa-effetto che potrebbe farci prevedere i prezzi futuri di uno strumento finanziario: non si dovrebbe mai seguire il processo inverso.

Senza motivazione economico/statistica alla base del nesso di causa-effetto, non c'è alcuna possibilità che un trading system abbia una capacità previsionale (non importa se esso si basi sull'analisi tecnica, fondamentale o quantitativa).

In presenza di una motivazione, può esserci qualche speranza. Si potrà cioè contare su una probabilità favorevole di sfruttamento di quel nesso di causa-effetto: non si tratterà mai di certezza.

Chi ha sperimentato sulla propria pelle l'utilizzo di indicatori tecnici o di modelli basati sull'analisi tecnica (e non solo) nel trading online senza aver approfondito i pericoli della sovra-ottimizzazione (overfitting) e le trappole costituite da quei fenomeni denominati look-ahead bias e soprattutto look-back bias, conosce bene il loop seguente:

  • Tantissimo tempo impiegato per trovare la giusta strategia di trading che, una volta mandata a mercato con soldi reali, si rivela poco profittevole, se non addirittura perdente. L'aspettativa di ottimi rendimenti generata dagli eccellenti esiti delle simulazioni su carta o dei backtest si trasforma in delusione.
  • Si torna di solito a lavorare sulla strategia iniziale apportando alcuni accorgimenti che, se fossero stati implementati da subito, avrebbero evitato i pessimi risultati ottenuti.
  • Si torna quindi a investire soldi reali nel mercato e, dopo un breve periodo di tempo, ci si accorge che la messa a punto della strategia non ha funzionato.
  • Si modifica nuovamente la strategia, sperando di aver finalmente corretto ciò che non funzionava. In realtà, non si fa altro che tornare al secondo punto.

È un circolo vizioso senza via d'uscita.

Quando si implementa una strategia sul mercato, ci si accorge spesso che essa improvvisamente peggiora le sue performance. In realtà, quella strategia non è peggiorata affatto: buona non lo è mai stata.

Quello che è successo è che – di nuovo – abbiamo modellato dei pattern casuali di analisi tecnica (e non solo) con una strategia, validata da backtest overfittati (o inficiati dal look-ahead bias o dal look-back bias), che purtroppo non ha alcuna capacità previsionale.

Eppure, affermare che non esista al mondo nemmeno un trader che guadagni con l'analisi tecnica è azzardato. Qualcuno che riesca a farlo nel lungo termine dovrà pur esserci (nel breve può capitare a tutti con un po' di fortuna).

È più probabile, però, che la loro analisi tecnica sia qualcosa di diverso da ciò che quasi tutti intendiamo.

Alcuni trader studiano per anni i book di poche azioni e i movimenti dei prezzi e dei volumi dei book di compra-vendita entrano a far parte di loro. Certe conformazioni dei book fanno scattare, magari senza immediatamente aver chiaro il perché, l'acquisto o la vendita.

Forse perché quelle conformazioni sono state viste decine o centinaia di volte e sanno già cosa – probabilmente – accadrà in seguito. Ma lo sanno soltanto loro.

Non sono movimenti casuali ma causali: la causa potrebbe essere sconosciuta ma c'è (mani forti che comprano o vendono, spread denaro-lettera di un certo tipo, ecc.). Potrebbero essere delle inefficienze che un trader esperto riesce a localizzare e a sfruttare.

Sicuramente, se qualcosa del genere esiste, il trader che riesce a guadagnare non diffonde il suo sistema al pubblico: altrettanto sicuramente, non lo vende ad altri, anche perché sarebbe impossibile da mettere in pratica senza il suo bagaglio di esperienza.

Se qualcosa del genere esiste, è condizione necessaria ma non sufficiente per far guadagnare un trader, che dovrà definire anche la giusta strategia di money management e dovrà essere in grado di gestire psicologicamente ciascun trade.

Un trader guadagna, insomma, grazie a un insieme di fattori sviluppati in anni di pratica a tempo pieno.

Fare ingenuamente affidamento a semplici regole di analisi tecnica per guadagnare sui mercati finanziari è un'illusione che potrebbe essere pagata cara.

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