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Il Cost Averaging (CA) è una strategia di investimento molto utilizzata dagli investitori da oltre 70 anni. Ancora oggi è al centro dell'attenzione degli studiosi di finanza e del mondo accademico, che su di esso continuano ad esprimere giudizi molto contrastanti.
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Sono stati scritti pochissimi libri sul Value Averaging e, al di là delle solite descrizioni sommarie, in rete non si trovano molte informazioni al riguardo, neppure in lingua inglese. Molte implicazioni di questa strategia di investimento sono quasi sconosciute.
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Psicologia e Finanza: perché uno psicologo vince il Premio Nobel per l'Economia?

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Teoria Moderna del Portafoglio: la nascita dell'Asset Allocation

L'Asset Allocation è un concetto che si sviluppa a partire dal lavoro di Harry Markowitz, che nel suo articolo del 1952 intitolato Portfolio Selection, getta le basi per quella che verrà definita la Teoria Moderna del Portafoglio. Markowitz è il primo studioso a formalizzare...
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Value Averaging: investire senza temere una crisi finanziaria

Il Value Averaging (VA) è una strategia di investimento sviluppatasi verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso ed è, ancora oggi, al centro di opinioni contrastanti...
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Modelli GARCH univariati e multivariati

Le serie storiche economiche e, in particolare, quelle dei rendimenti di prodotti finanziari, mostrano spesso periodi con alta o bassa concentrazione di volatilità. Per queste tipologie di serie storiche una volatilità che cambia nel tempo è molto più frequente di una volatilità costante...
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Il compendio dell'investitore

Gli investimenti finanziari sono una materia molto complessa e coinvolgono importanti discipline come l'economia, la statistica e la psicologia. Un investimento non potrebbe essere tale senza un certo grado di incertezza associato ai suoi possibili ritorni finanziari. Spesso però l'incertezza è ancora maggiore…
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Portafogli Modello

I portafogli modello disponibili su Dedalo Invest sono l’espressione di una strategia multiperiodale del portafoglio che utilizza la Cluster Analysis per la selezione dei fondi e sfrutta alcuni modelli statistici, tra i quali anche i GARCH multivariati, per l’ottimizzazione vera e propria di ciascun portafoglio...
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Piano di Accumulo del Capitale (PAC)

Il PAC, ovvero Piano di Accumulo del Capitale, è una modalità di investimento che consente di acquistare quote di un prodotto finanziario (solitamente Fondi Comuni, Sicav ed ETF) rateizzando il capitale e permettendo una pianificazione dell’investimento nel tempo...
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Capital Asset Pricing Model (CAPM)

La maggiore difficoltà della Teoria Moderna del Portafoglio consiste nel dover conoscere i rendimenti, le volatilità e le correlazioni attese dei prodotti finanziari su cui si investe per poter determinare il portafoglio efficiente. Il CAPM permette di evitare le stime di queste quantità ed identifica il portafoglio efficiente con quello di mercato, ovvero…
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Concentrare l'investimento nel mercato azionario italiano non è una buona idea

Concentrare l'investimento nel mercato azionario italiano non è una buona idea


29Nov2021

Information
Andrea Gonzali Blog 2001 hits
Prima pubblicazione: 28 Novembre 2021

«La situazione politica in Italia è grave ma non è seria».

Ennio Flaiano

Concentrare il proprio investimento nel mercato azionario italiano non ha senso per almeno tre motivi.

1) Non si aumenta il rendimento atteso

Quando negli investimenti finanziari si passa dal particolare al generale, di solito si rinuncia a un po' di rendimento atteso per ottenere in cambio una diminuzione del rischio.

Lo scopo principale della diversificazione è proprio quello di mitigare il rischio dell'investimento.

Alcuni investitori decidono comunque di perseguire la massimizzazione del rendimento atteso ed è per questo che scelgono di concentrare il proprio portafoglio finanziario in una o poche aree geografiche, settori o addirittura società.

Nel caso del mercato azionario italiano, però, la scelta è discutibile anche per loro: è accaduto molte volte in passato che i rendimenti del mercato italiano siano stati inferiori a quelli di mercati geograficamente più ampi, come l'area euro, il mercato europeo o quello globale, senza alcuna contropartita in termini di minor rendimento.

Evitare di investire soltanto sul mercato azionario italiano, scegliendo invece un mercato più generale, permette con molta probabilità non soltanto una riduzione del rischio ma anche un incremento del rendimento atteso. In altre parole, è possibile che in questo specifico caso non venga necessariamente rispettata la regola per cui rischio e rendimento viaggiano sempre nella stessa direzione.

Questo è ciò che possiamo speculare sulla base del passato: il futuro, ovviamente, è sconosciuto.

Vediamo le differenze di rendimento cumulato tra l'indice italiano (FTSE MIB) e quello dell'area euro (MSCI EMU) nel periodo compreso tra il 27 gennaio 2010 e il 25 novembre 2021:

FTSE MIB Index MSCI EMU Index

Il confronto è impietoso: il mercato dell'area euro (linea rossa) ha ottenuto un rendimento cumulato più che doppio di quello italiano (linea nera): 133,10% contro 63,74%.

Verifichiamo la volatilità di entrambi i mercati: l'area euro ha ottenuto una deviazione standard annualizzata dei rendimenti pari al 19,17%; quella del mercato italiano è stata pari al 24,67%. Il rischio di quest'ultimo mercato è stato più alto.

Terminiamo l'analisi del rischio calcolando il massimo drawdown: 38,07% per il mercato dell'area euro; 43,62% per quello italiano.

Il grafico dei drawdown è quello più in basso della figura precedente: oltre al più elevato maggior drawdown si può notare come il mercato italiano abbia mediamente sopportato drawdown più elevati.

Il minor rendimento unito a una maggiore volatilità del mercato italiano rispetto a quello dell'area euro potrebbe essere imputato al caso o al campione di dati scelto: potremmo ipotizzare che nei prossimi 10 o 20 anni le cose cambino.

Tuttavia, un invito alla prudenza è d'obbligo: la situazione macroeconomica italiana (debito pubblico, pressione fiscale ecc.) non è delle migliori ed è difficile che possa essere migliorata sensibilmente nel breve o nel medio termine.

2) Home Bias

La sensazione che il mercato "locale" sia migliore, più economico, meno rischioso o più controllabile non è altro che un effetto psicologico distorsivo: prende il nome di Home Bias ed è la tendenza di un investitore a impiegare il proprio capitale soprattutto nel mercato azionario domestico, ignorando gli enormi benefici della diversificazione.

Questo bias deriva, tra molti altri fattori, anche dalle più alte commissioni di transazione dei prodotti azionari internazionali rispetto a quelli domestici: se questo era vero alcuni decenni fa, oggi non lo è più.

Strumenti finanziari come gli ETF permettono di investire non soltanto nell'area euro, ma anche nei mercati più remoti a costi molto bassi.

L'Home Bias non colpisce soltanto gli italiani: vale per tutti gli investitori del mondo. Come riportato da Richard Thaler e Cass Sustein in Nudge

Consider the following fact. Sweden accounts for approximately 1 percent of the world economy. A rational investor in the United States or Japan would invest about 1 percent of his assets in Swedish stocks. Can it make sense for Swedish investors to invest 48 times more? No.

...

This reflects the well-known tendency of investors to buy stocks from their home country, something that economists refer to as the home bias.

3) Concentrare su poche azioni

Investire nel mercato italiano, per l'investitore italiano medio, non significa comprare tutto il mercato, magari replicando l'indice con un ETF: vuol dire semplicemente comprarsi un po' di azioni ENI, ENEL o Generali "perché sono quelle che danno dei buoni dividendi", lasciandosi magari un po' di liquidità per "tradare" STM, Tenaris o altre azioni del genere, perché "sono quelle che hanno una buona volatilità".

In conclusione, concentrare il proprio investimento sul mercato azionario italiano non ha senso.

Ci potrebbero essere delle eccezioni: ad esempio, il mercato italiano potrebbe essere il risultato della scelta di un algoritmo di un qualche modello econometrico di investimento. Ma sono, appunto, eccezioni che devono essere ben motivate: nella stragrande maggioranza dei casi, la scelta di un mercato azionario geograficamente più ampio – come quello dell'area euro o globale – è da preferire.

A meno che non siate dei professionisti, è meglio diversificare l'investimento finanziario che concentrarlo.

Quando si decide di investire sui mercati azionari, la prima cosa da fare è evitare di prendersi rischi inutili.

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